“Nel 1968 a Genova alla Galleria la Bertesca, realizzai il progetto per una mostra visiva-uditiva-olfattiva-gustativa-tattile, con un catalogo che poteva essere completo ed autonomo, nel chiarire la natura stessa dell’esposizione. Un progetto che chiamai Sensorium, nel quale cercai una sperimentazione elementare degli elementi di percezione, attraverso sollecitazioni dirette ai nostri cinque sensi.
Per tradurre ed illustrare il progetto espositivo, nel susseguirsi delle pagine nel catalogo, ritenni, per quanto allora tecnicamente fosse possibile, di rendere partecipe il fruitore, trasformando la sua azione di sfogliarlo in sollecitazioni sensoriali.
Per la vista, la pagina era uno specchio; per l’udito, la pagina girandola faceva un rumore diverso; per l’odorato, la pagina era profumata; per il gusto, la pagina era dolce e si poteva leccare; per il tatto la carta della pagina era soffice.
Per il suono avevo fatto incidere su un disco molle le sette note; per la forma, unicamente un cerchio e un quadrato impressi in rilievo sulla pagina bianca; per il segno, l’alfabeto e i numeri; per il colore, il bianco, il giallo, il rosso, il blu e il nero”. MM