Introduzione

Una selezione di opere dalla Collezione della Fondazione, emblematiche del percorso artistico di Marcello Morandini. Una lunga storia che inizia nel 1964 con le prime opere tridimensionali e la prima mostra personale curata da Germano Celant l’anno successivo a Genova, per giungere sino ad oggi dove molte opere sono collocate in musei e collezioni pubbliche in Italia e all’estero.

Instancabile in questo percorso è la ricerca di Marcello Morandini, tesa a esplorare i temi e gli studi del movimento nello spazio – torsione, tensione, espansione, sovrapposizione – che egli traduce nel mondo della geometria attraverso l’utilizzo di un linguaggio bidimensionale e tridimensionale, sostenuto dalla certezza della matematica.

Le opere

1B-1964

1B-1964 (2016)

n. archivio 9

Legno laccato
51 x 74 x 8 cm
2 esemplari

L’opera 1-1964, Elasticità viene esposta per la prima volta nel 1964 alla Galleria San Fedele a Milano e introduce il segno artistico di Marcello Morandini, non pittura ma inizio della geometria. L’opera 1B-1964, che è la trasformazione in negativo della opera prima, come spesso accadrà nella sua produzione artistica, è stata esposta in due importanti personali realizzate alla GNAM di Roma nel 2014 e al Museo MA*GA di Gallarate nel 2017.

7A -1965_bianca

7A-1965

n. archivio 23

Legno laccato
75 x 50 x 7 cm
5 esemplari

L’opera 7A-1965, chiamata inizialmente anche Urto anaelastico, Elasticità e Elasticità B viene esposta per la prima volta nel 1965 alla Galleria del Deposito di Genova e negli anni successivi a Hannover, a Basilea e a Mantova, alla Casa del Mantegna.
Rappresentazione geometrica del movimento di una sfera che a seguito di un urto completamente anelastico deforma la superficie e ad essa rimane unita: una delle prime opere in cui Marcello Morandini inizia l’indagine sul movimento e sulla geometria.

13-1966

13-1966

i titoli Parallelepipedo e Caduta
n. archivio 42

Legno laccato
33 x 66 x 11 cm
5 esemplari

L’opera viene esposta nel 1967 alla IX Biennale d’Arte Moderna di San Paolo in Brasile, dove Morandini viene invitato da Gillo Dorfles e dagli altri componenti della commissione e partecipa esponendo ben otto opere.
Quest’opera, dove è chiaro il movimento di un parallelepipedo in caduta nello spazio, è inserita nel Catalogo Bolaffi d’arte moderna 1967, La vita artistica italiana nelle stagioni 1965/1966 e 1966/1967.

26A–1968

n. archivio 75

Tempera su cartoncino
80,5 x 116,5 cm
esemplare unico

La tempera disegna su cartoncino lo studio geometrico che è diventato scultura con l’opera 26-1968, presente alla XXXVI Biennale di Venezia del 1968.
Ritrovata dopo anni, l’opera è parte della collezione della Fondazione Marcello Morandini.

30-1968

n. archivio 93

Legno laccato
98 x 98 x 9 cm
esemplare unico

L’opera, di grande forza volumetrica, è stata esposta alla personale che viene dedicata a Marcello Morandini nel 1972 alla Kestner Gesellschaft di Hannover. Pubblicata spesso nei cataloghi che hanno accompagnato l’attività artistica di Morandini, l’opera apparteneva ad una collezione privata e, dopo l’esposizione al Museo MA*GA di Gallarate nel 2017, è stata acquistata ed entrata a far parte della collezione della Fondazione.

37-1968

Inizialmente identificata con il titolo Torsione

n. archivio 42

Legno laccato
40 x 140 x 40 cm
5 esemplari

Invitato da Umbro Apollonio e da Gillo Dorfles alla III Internazionale Malerwochen di Graz, Marcello Morandini per due settimane progettò con Romano Perusini e Beppe Devalle lavori d’arte. Con l’opera 37-1968, dove un parallelepipedo disegna nello spazio una torsione che lo porta da verticale a orizzontale, ha partecipato all’esposizione collettiva realizzata per l’evento presso la Neue Galerie di Graz.

40-1968

Inizialmente identificata con i titoli Sequenze e Sviluppo

n. archivio 123

Legno laccato
175 x 50 x 262 cm
3 esemplari

Nel gruppo dei primi lavori di grandi dimensioni, l’opera 40-1968 ha partecipato a molte esposizioni personali e collettive, in Italia e all’estero. Riportata anche in alcuni cataloghi d’arte, la sua riproduzione fotografica è sempre presente nelle pubblicazioni che Morandini accompagna alle proprie mostre.
Dei tre esemplari, uno è inserito nella collezione del Janus Pannonius Müzeum di Pécs.

103B-1971

n. archivio 340

Marmo e granito
256 x 28,5 x 28,5 cm
esemplare unico

Per la personale del 1972 alla Kestner Gesellschaft di Hannover, Marcello Morandini realizzò cinque colonne in legno nero che andavano a completare il gruppo delle prime cinque realizzate per la mostra alla Galleria del Naviglio l’anno precedente. Nello stesso anno Morandini sperimenta per la prima volta l’utilizzo del marmo, riproducendo la colonna 103-1971 con fasce sovrapposte di marmo bianco e di granito nero.

105-1971

n. archivio 352

Legno laccato
193 x 193 x 4 cm
esemplare unico

L’opera 105-1971 trae ispirazione dalla n. 1-1964, costruita con linee grafiche all’interno di un campo quadrato compresse completamente da una forza circolare in caduta verticale.
Nel 1978, questa opera fu acquistata da amici collezionisti di Marcello Morandini durante una mostra al Palazzo della Ragione di Bergamo, rimanendo in loro possesso per 40 anni. Nel 2022, Morandini riacquista l’opera e, nel corso del 2023, in occasione del suo 83esimo compleanno, la dona generosamente alla Fondazione Morandini.

151A-1971

n. archivio 487

Legno laccato
100 x 100 x 10 cm
esemplare unico

L’opera 151A-1971 è costituita da una sequenza di sedici linee grafiche disposte su sedici piani progressivi e messe in movimento rotatorio all’interno di sedici parallelepipedi vuoti.
Questa scultura fu inizialmente acquistata dai due collezionisti americani che, con la loro generosa donazione, contribuirono alla creazione della Fondazione Marcello Morandini. Successivamente, dopo la loro scomparsa, l’opera viene donata dagli eredi alla Fondazione.

188-1973

n. archivio 572

Legno laccato
160 x 160 x 11 cm
esemplare unico

L’ importante opera, una riconoscente donazione fatta alla Fondazione dagli eredi di due storici amici artisti Joseph Müller-Brockmann e la moglie Shizuko Yoshikawa, era stata da loro acquistata negli anni ‘70 ed esposta nella loro galleria d’arte a Rapperswil, dove Marcello Morandini realizzò alcune mostre personali, collaborando con il cofondatore della galleria stessa, l’architetto Kurt Federer.

413B-2000

n. archivio 1110

Inkjet UV curable su legno
190 x 190 x 3,5 cm
esemplare unico

Le opere 412 e 412A-2000 sono il positivo e il negativo di una geometria in cui i tratti verticali e orizzontali si alternano per creare un ritmo più fitto verso il basso e diluito nell’ascesa.
Nell’opera 413B-2000 Marcello Morandini introduce il grigio del fondo, ma solo per un nuovo effetto ottico, che non altera la geometria dell’opera originaria.

556-2010

n. archivio 1415

Legno laccato e plexiglas serigrafato
198 x 154 x 25 cm
colonna diametro 22 cm

Le opere 554, 555 e 556-2010 sono state progettate come unione della tridimensionalità di una scultura a terra e la bidimensionalità di pannello a muro. La geometria si completa solo con l’accostamento delle tre colonne al pannello retrostante per definirne chiaramente lo spazio. Nelle tre opere vengono anche indagate le varianti di posizione del bianco e del nero. Tra le esposizioni personali da ricordare quella del 2014 al Kunstmuseum di Bayreuth.

563A-2010 (2014)

n. archivio 1424

Laminato stratificato Print HPL Abet Laminati
159 x 159 x 33,6 cm
esemplare unico

Un’opera di grande formato, progettata per la personale del 2014 alla GNAM di Roma. Realizzata in laminato stratificato Print HPL da Abet Laminati di Bra, è tra le opere più importanti della collezione. La stessa azienda che si è occupata anche della produzione di altre grandi opere, oggi collocate alla GNAM di Roma (567A-2010), al Museo della Farnesina di Roma (572A-2011) e al MART di Rovereto (573A-2011).

658-2017

n. archivio 1598

Laminato stratificato Print HPL Abet Laminati
200 x 200 x 3,5 cm
2 esemplari

Realizzato sempre in laminato stratificato Print HPL da Abet Laminati di Bra, il grande pannello esagonale domina la parete con una composizione geometrica di grande dinamicità. E’ stato realizzato in due esemplari, uno dei quali è esposto allo stesso museo Abet Laminati di Bra.